LA BARBIERA

Ho visto Sophie, quest’automa di ultimissima generazione, e dico che è stupefacente. L’approssimazione umana è quasi perfetta. Non fosse che mentre la intervistavano le hanno lasciato a bella posta la testa scoperchiata piena di fili e transistor quasi non avrei capito si trattasse di un robot. La scena però oltre che colpirmi per la sua ragione intrinseca mi ha ricordato un’altra testa scoperchiata: quella di Ray Liotta nel film Hannibal di Ridley Scott. Anche lì la calotta occipitale resecata – a un certo punto – mostra la vera natura di ognuno a scanso di equivoci. Riportando lo spettatore alla cruda realtà. Dove anche il più maestoso dei pompini si rivela solo frutto di una pressione muscolo-scheletrica, di una sollecitazione neurovegetativa e di uno scambio batterico. E, non procurasse quel piacere impagabile che procura sarebbe persino deprimente.

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