RIBBBATTITURE 20

Fu una giornata di inaudito disonore domestico. Perfino i cani da guardia, Lollo e Lolla, saggiamente transumarono dai vicini piatendo carezze, coccole, cure balsamiche e mezzo pastone di fiori di camomilla. Iniziata con i tremebondi gemiti del neonato, unico nipote del vecchio capodicasa da quel giorno più vecchio. Proseguita con le proteste di figlia e genero che in cucina non trovavano battipanni, battimosche, oggetti piani contundenti, biberon per topastri, forcine antiugola, batuffoli di spazzatura macero-verminosa, armi proprie che ogni casa perbene dovrebbe tenere per qualsivoglia evenienza bellica, sia pure un pianto in triplo dodipetto da neonato. Le ibernate commessure in acciaio temprato nelle valenti fucine dell’Artic Circle Center 66°99 N, quel giorno ebbero a tremare. Un figlio di nessuno intanto si accapigliava sull’argine del corridoio con la nuora, scambiata per Frufru-che-si-fa-il-bagno, il domestico filippino, intanto intento a smaltarsi le unghie dei piedi con permanganato di potassio. La sentenza da cavalloscosso di uno scroccone, appropriatosi nel parapiglia del ruolo di figlio: io l’avevo detto che questo weekend non l’avremmo dovuto passare in questa casa. Sgualdrine insultava, inconsultamente bestemmiava puttane, costui, rivolgendosi ai maschi di tutte le 7 pareti pari dell’antibagno. Apparentemente senza senso la lava infettava di vitiligine e psoriasi gli abitanti della anaffettiva dimora estiva di famiglia. Provvisori o stanziali, nascosti o evocati. Il pappagallo cadde spellato stecchito, zampe in alto. La grandemadre, consorte separata in casa e ividefunta, scalpitava: mettendo in agitazione le laterizie appena appena trattenute dal cemento a presa rapida francese. Tutto era nato ma niente sembrava nato. A parte Fifì, appunto, il neonato cui la figlia aveva dato un nome scordato. Chi è Fifì? Particolare questo che avrebbe potuto chiarire gli inizi difficili. Il vecchio, da buon papaciere, fu l’unico a dolersi del devasto sonoro, ora pure trasmesso a suppellettili, ragni, corna di volpe collezionate in anni di solido sodalizio con la casa carcassa. Senza scappamenti né falde acquifere i nervi infuocati di ciascuno degli occupanti non scatarravano. La giornata inceneriva in controsole. Non vi fu più né pranzo né cena né tregua. Gli ospiti di numero medio finirono in undici tutti in kambusa, chi con catenacci d’epoca che non serrarono lo Spavento in Bocca, che poi era un dolce alla menta eleusina sperimentato dal capitano, chi sparati dalla camera a vapore da cannoni di quinta o da energumeni in T-Hirt a strisce ondivaghe per televisori anni 50 senza sintonia, pagati per sedare la rivolta. Fu la fine alla fine ma il vecchio capodicasa riuscì a chiudere tutti nelle eleganti celle d’arte e di contrizione, ferrando le ultime scorte con sparatrap argentino. A tutti promettendo: non vi aspetta domani.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

BUONA GIORNATA
Per un certo periodo di tempo Francesco Gambaro prese l’abitudine di salutare gli amici con una mail che inviava ogni Read more.
da I GIORNI QUANTI (63)
“Per i monaci ortodossi la convinzione che il mondo cesserà di esistere quando gli uomini cesseranno di pregare, non è Read more.
da L’UCCELLA 1982-2002
comincio e ricomincio e vedo perché sono cieco Read more.
STRALCI DI MAIL DA FRANCESCO AD ALFONSO 2
STRALCI DI MAIL da Francesco ad Alfonso (2008) Nca comu finiu. finiu bonu. la signora ci l’avissi aviri avuto u Read more.
DANNI IRREPARABILI
DANNI IRREPARABILI, di FRANCESCO GAMBARO dalla rivista letteraria NUOVA PROSA, numero 11 giugno 1991 Read more.
DA FRANCESCO PER GAETANO ALTOPIANO
(Scritto da Francesco Gambaro per la presentazione di un libro di Gaetano Altopiano)     Con Gaetano Altopiano ci vediamo Read more.
IL CORPO DOPO HARRY CHINASKI
“il corpo dopo Harry Chinaski” rivista letteraria IL ROSSO E IL NERO, n.13 febbraio 1998, una delle innumerevoli pubblicazioni di Read more.
da “Scrivendo”, Per Approssimazione, numero di settembre-dicembre ’85 (pag.6)
Francesco Gambaro Scrivendo Che scriva è un fatto. Che sappia cosa scrivo è un altro fatto. Si dà per scontata Read more.