IL CAPPOTTO DI ASTRAKAN

Potremmo dire che esiste un’indole umana “tipica” di una precisa area geografica entro i limiti della ragionevolezza. Ma in assoluto è un’affermazione sbagliata. Ogni uomo, infatti, non è solo figlio di una comunità circoscritta dove vigono leggi, usanze e principi esclusivi e dove i cuccioli vengono cresciuti secondo le tradizioni locali, ma anche membro di un mondo ancor più isolato, il nucleo familiare, oltre che semplicemente uno dei tanti discendenti di una razza animale che risponde soltanto all’istinto di conservazione. La personalità, le aspirazioni e il comportamento di ogni singolo essere umano sono il frutto di una serie troppo lunga di elementi per potere essere attribuiti unicamente all’appartenenza familiare, tribale o territoriale. Entro i limiti della ragionevolezza però è lecito pensarlo. Secondo Nietzsche, per esempio, il Rinascimento non poteva che fiorire nell’area geografica dove fiorì e in nessun altra e dunque non poteva che essere un fenomeno tipicamente italiano. E aveva ragione. Ma altrove scrisse che niente è più fallimentare di un figlio che somiglia al proprio padre.

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