SULLE RIVE DEL TONTO (46)

una volta al di là dei salici venuti su rigogliosi e verbosissimi uno accanto all’altro sull’argine trattengo il respiro e dopo il brivido d’un salto nel vuoto eccomi quaggiù sprofondato fino alle caviglie nel terreno farinoso del greto biancheggiante specie lungo l’argine di sassi ovali levigati umidicci un passo svelto d’adolescente mi porta parecchi metri più tardi nei pressi di un’ansa dove il caratteristico rumoreggiare della corrente a poco a poco si cheta per dare voce a un mormorio carezzevole irresistibile il tonfo sordo d’un grosso sasso raccattato d’istinto e scagliato alla cieca nel torrente spaventa piccoli animali infrattatisi nei paraggi devia il volo elegante delle libellule ma non ce la fa a strapparmi dai maliosi richiami dell’acqua e tutt’un tratto giusto mentre gli schizzi sollevati in aria dal violento impatto piombano giù stizziando il riflesso ondivago di un cielo indifferente mi vedo a cavalcioni di un tronco rosicchiato dal sole scivolare lentamente sulle acque limacciose e brulicanti di larve di zanzara che molto più a valle scorrono silenziose in mezzo a canne crocchianti per le brezze instancabili spiranti da un mare ormai vicinissimo

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