da RAPSODIE (15)

 

Un insieme con un certo grado di porosità, un vuoto parziale,
permette il propagarsi della probabilità.

 

La notte cadeva bagnata e piena, trasparente solo all’ombra,
svogliatamente torturava gli umani e col suo unico occhio elastico piangeva sui navigli ghiacciati.

 

Guardavo oltre il vetro, lì vivevano le mie ombre: collezione prestigiosa di modelli virtuali, addestrati dalla domatrice di leoni,
una figura materna, alta e massiccia, vestita di vivace verde
acerbo e viola elettrico. I loro movimenti elementari e arrugginiti
staccati singolarmente dai circuiti si scaricavano dagli impulsi senza produrre energia, costruiti di convinzioni e sortilegi e
spogliati dai dialoghi appassiti parevano infernali robot lebbrosi.
Suicidi senza volontà, innalzavano tutti domande senza punteggiatura.. palazzi dipinti su scatole di fiammiferi, costruiti
volutamente senza accesso alle uscite d’emergenza e demoliti
senza permesso, uccidendo gli inquilini e i loro animali.
Le parole accarezzavano il cambiamento, protese ad appendersi limacciose alle caviglie e gettate vuote sulla serata si urtavano cercando il valore massimo, superandosi incidentalmente
quando s’accorgevano di sbiadire.

 

Quella me trascurabile intanto, dimenticandosi di sorridere, respirava lentamente e guardava quel tutto fermo e consistente
– gli oggetti rimanevano assurdamente immobili ed elementari
lì dove erano stati allestiti – poi, scegliendosi un poco più instabile e meno simmetrica, connetteva armonia esteriore e involucri barocchi alla perfezione delle vibrazioni. Aveva di fronte rose
persiane soffocate senza sole, una visione triste di fiori morenti
riassunta dentro a un viso segnato da battaglie rovinose e concluso in uno sguardo preoccupantemente fragile, pallido e geometrico che velava la sua anima intrasmissibile.

 

scoppiare la morte in una goccia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

BUONA GIORNATA
Per un certo periodo di tempo Francesco Gambaro prese l’abitudine di salutare gli amici con una mail che inviava ogni Read more.
da I GIORNI QUANTI (63)
“Per i monaci ortodossi la convinzione che il mondo cesserà di esistere quando gli uomini cesseranno di pregare, non è Read more.
da L’UCCELLA 1982-2002
comincio e ricomincio e vedo perché sono cieco Read more.
STRALCI DI MAIL DA FRANCESCO AD ALFONSO 2
STRALCI DI MAIL da Francesco ad Alfonso (2008) Nca comu finiu. finiu bonu. la signora ci l’avissi aviri avuto u Read more.
DANNI IRREPARABILI
DANNI IRREPARABILI, di FRANCESCO GAMBARO dalla rivista letteraria NUOVA PROSA, numero 11 giugno 1991 Read more.
DA FRANCESCO PER GAETANO ALTOPIANO
(Scritto da Francesco Gambaro per la presentazione di un libro di Gaetano Altopiano)     Con Gaetano Altopiano ci vediamo Read more.
IL CORPO DOPO HARRY CHINASKI
“il corpo dopo Harry Chinaski” rivista letteraria IL ROSSO E IL NERO, n.13 febbraio 1998, una delle innumerevoli pubblicazioni di Read more.
da “Scrivendo”, Per Approssimazione, numero di settembre-dicembre ’85 (pag.6)
Francesco Gambaro Scrivendo Che scriva è un fatto. Che sappia cosa scrivo è un altro fatto. Si dà per scontata Read more.