Il cane mi annusa scarpe, pantaloni e l’intero serraglio. Un paio di pacche in testa per rincuorare la conoscenza e mi allontano di un passo senza incoraggiare la questua. Amanda vorrebbe frequentare l’accademia di belle arti evitando il maestro di pittura. L’eterno concluso di buon mattino. Il pensionato si è fatto fuori dalla terrazza. Pablo lo ha fiutato bene, risoluto e al sicuro grazie al rispetto per la padrona. Da capo a piedi. Pablo non curante dei poliziotti. Marcatore di assenze. Amanda non ne vuole sapere della paletta. Ha incontrato Pablo per caso. A parte i nudi del maestro che vorrebbe evitare, non è detto che non si convinca a posare per le Belle arti. Sanguigna, china, anche foto. Pablo amico dell’uomo. Due volte al giorno. Senza guinzaglio. Amanda senza sacchetto, a pennello. Falsa magra. Modella giovane. Destinata a durare quel tanto perché ci possa illudere dell’eterno. Bella forma a suo aggio in pubblico, cantare e posare, andrò a vederla un di. Non è detto lo faccia, comunque meglio dell’attempata che piace al maestro. Una modella con la pancia cascante. Lascivia colta in fragranza luttuosa. Troppi soldi mal spesi. Amanda belle spalle, promessa dell’invisibile, libera pretesa dell’impossibile. Ci fa un pensiero. Vedrà di persuadere suo marito l’allenatore, suo cognato e se stessa. Pablo lontano. A mente fresca di buon mattino con le prime notizie della radio. Il pensionato ha scavalcato reti, ringhiera e giù. La mente è sempre la stessa radio accesa che ha più frequenze. Oppure le suore, lo hanno sconsigliato quanto basta perché provasse. Le suore storte nelle icone mariane con le facce tirate e ristirate. Tempere sante. Una suora ha fatto l’occhiolino ad Amanda e Pablo è corso ad fiutare le scarpe e la tonaca. Anche sotto. Tempeste mistiche. Pablo è solitario. Con Amanda quel giorno si sono ritrovati come altri giorni, per caso. Il pensionato non aveva scarpe. Buono per il maestro guardone delle belle arti.
(capitolo sedicesimo) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE
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