IO SONO JACK SMITH

Io sono jack smith. Mi rado di rado. Non mi rado per radermi ma per farmi male. Alle volte per farmi fotografare. In quei casi fingo di radermi. Se però riesce la smorfia mi rado per davvero e mi faccio male per davvero. Del resto non mi interesso. Lo specchietto retrovisore, il tubo di scappamento, queste quelle in questo momento. Mi sono raso davanti il tubo di scappamento. Seduto su un copertone dando le spalle allo specchietto. C’hai il pacifico a due passi, mi hanno detto. Può darsi, ma a me piace l’atlantico per radermi. Mi date un ponte da cui saltare in favore di telecamere? Non mi rado spesso, in genere uso una forchetta per strapparmi geloni e puntine. Mai una capello, mai un filo di barba con la forchetta. Mi siedo dove cazzo voglio, non sopporto quando né sopporto prego. Molte formichette si sono innamorate dei miei bargigli inglesi. In effetti sono irlandesi. Ogni tanto ne perdo uno. Oggi non devi perdere bargigli, mi dico, tu sei jack smith, non devi continuare a fumare la pipa. Mi sa che non avrei dovuto attraversare il mondo con l’asma, avrei dovuto cucire gli spiccioli sulla pelle per non finire spelacchiato, non respirare le alpi svizzere né la pubblicità: un giocattolo, purtroppo, può diventare automatico (se la batteria regge, però) Perciò però mi sto ficcando da nessuna parte. Io sono jack smith.

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