EVA FUTURA

Forse quella di Lilli era un’idea balzana, vallo a capire, c’è da aspettarsi di tutto oggigiorno. Ma è quello che fece. Sembra che già da ragazza, chessòio, sarà stato tra i dodici e i tredici, pronosticasse ai genitori in questo modo: “Papà – volgendosi alla mamma – un giorno avrò la testa quadrata, le gambe scheletriche e un busto gobbo per il peso delle tette che mi farò crescere. Investirò tutti i miei risparmi, quasi tutto il mio tempo e ogni mia più piccola energia al solo scopo di avere una testa a forma di cubo di Rubik e un corpo fatto da stecchette bucherellate di meccano. Dovessi mettermi anche al servizio di Bilderberg.” Questo pronosticava. E mentre lo ripeteva si esercitava a accavallare le gambe e a attorcigliarle non una, ma innumerevoli volte. E io, che mi sognavo spesso di scoparla alla missionaria quando, chessòio, avrò avuto tra i venti e i trentuno, attualmente ho degli incubi ricorrenti dove correndole dietro le grido: come hai potuto, come hai potuto, angioletto mio?

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