La lingua come un virus che s’ingorga nei penetrali del tempospazio perduto. Tempo sfigurato dal tempo trascorso. Non sai dove metterlo. Atopico. Lo ritrovi ed è irriconoscibile. Inguardabile. O sei tu che non ti puoi più riconoscere. Neppure conoscere, va da sé. Ho comunque sempre pensato che ritrovassi io-me a quindici anni non lo riconoscerei. Lo disconoscerei. Si scrive per capire. Chi si è. E, soprattutto, chi non si è. Senza più luogo. Dismesso. Incenerito. Tumulato. R.I.P.
ATOPICO
STRALCI DI MAIL DA FRANCESCO AD ALFONSO 3
9 Maggio 2024
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BUONA GIORNATA
7 Maggio 2024
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