NON MANCHERO’

Non mancherò, dico
allo specchio vuoto
mentre mi nascondo
dietro un dito
Non mancherò, dico
alle albe affollate
da pecore già contate.
Alle chiocciole disseccate
sulle sterpi, sugli steli
dei cardi, a fine estate.
Non mancherò, dico
a un paio di scarpe leggere
che non calzerò mai più.
Alle gru che viaggiano chiassose
sulle pianure nebbiose, e sulle
pozzanghere che riflettono
le nuvole di marzo, che
splendono umide e bianchissime
come biancheria
stesa ad asciugare.
Alle persiane ammuffite
che in primavera
cinguettano al primo sole
come sartine smemorate.
Alle scatolette di tonno
e alle gorgiere appassite.
Ai boschi obliqui
e pensosi, evaporati
dalle mappe tolemaiche
del sonno.
Al fatuo girellare
sugli orli,merletti
spumosi di acque buie.
Al silenzio che emerge
dalla neve
con la grazia lieve
di un ermellino.
A un gregge che da lontano
biancheggia
nel sorriso del mattino.
Alla forbice che sanguina
aggrappata
al dito più tagliente.
Al niente momenteneamente
fissato nelle smorfie
di un cuscino stropicciato.
Al ragno che fonda il suo reame
nel vuoto stabilito dal fogliame.
Ai fiori
che sorridono alle spalle
di quanti si soffermano
a mirare le cicogne.
Alle tortorelle grigiogialle
che entrano ed escono
dalla luce temporalesca
della valle sottostante.
Al leggiadro tirocinio
dei passeri sul balcone,
con i quali io divido
la mia vita in briciole,
in belati al crepuscolo,
in fumo,in fiumiciattoli.
Ma tu hai compassione
di tutte le cose, mia
rondinella-giocastra,
mia consorte-bambina
sai che ogni pentola
sul fuoco
è anche una strega americana.
Che anche gli abiti disabitati
sono sempre abitati.
E che anche tutto ciò
che non assomiglia alla vita
può essere ancora vita-
può essere ancora felicità.

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