IL DUBBIO DEL BRUCO

Due ricercatori italiani anzi tre scoprono un bruco che mangia la plastica. Lo individuano tra i tanti esistenti in natura per l’esattezza, non è una vera e propria scoperta, e si tratta di un insetto conosciutissimo ma non abbastanza bene osservato a quanto pare: la tarma della cera. La notizia fa il giro del mondo e le agenzie immediatamente titolano “Scoperto il sistema ecologico per distruggere il trilione di borse di plastica che consumiamo ogni anno. Si delineano scenari straordinari. Ancora una volta grazie al progresso l’umanità è salva.” Ma in realtà le cose sono ben diverse. Questo insetto non si nutre affatto di plastica, o di suoi derivati, ma “forse” potrebbe mangiarla, visto che, racchiuso in sacchetti di cellofan, riesce a fare piccoli buchi per uscire. E “forse” potrebbe anche digerirla, visto che la cera di cui già si nutre ha una struttura molecolare molto simile a quella dei polimeri dei sacchetti che riesce a bucare. E “forse”, ancora, e non senza una punta di sano ottimismo, col tempo potremmo anche trovare il sistema di liberarci delle inevitabile scorie che i bruchi produrrebbero post-ingestione: un fantastilione di merda polietilenica.  

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