“Cinque che sembrano venti” di Gaetano Altopiano

“Provi ad assaggiare questo pane, signor mio, non sembra pizza? E questa mortadella, non è in tutto e per tutto un bocconcino di tartufo?” Il pizzicagnolo mi incalza, non riesco a concentrarmi, e intanto la bottega si riempie. Due etti di prosciutto, mozzarella, il pane e un poco di formaggio grattugiato: se non ricordo male è tutto. Colpo di tosse, una signora spinge. “Guardi, la nostra pasta è alle erbe, e ho certi filetti di sgombro che sembrano fettine di salmone”. Ma certo. Certo. Insomma, in questo posto tutte le cose sono qualcos’altro. Il pane è pizza, la mortadella tartufo, la pasta è erba e lo sgombro salmone. “Viene dodici euri” mi fa. Prendo un pezzo da cinque e pago. “Le prenda, dico, e mi dia il resto. Sono cinque, sì, ma non sembrano venti?”    

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