A lungo abbiamo convissuto con quella loro lingua oscura dove non ci sono parole e forse neppure vocali o consonanti. Emettono suoni, ma non è certo che parlino attraverso la bocca. È una voce grezza; “sfinterale”, dicono alcuni. Certi studiosi hanno paragonato la loro lingua a un rudimentale miagolio. Ma i gatti almeno pronunciano bene la emme (e infatti il nome più antico che si conosca di un gatto, quello di una mummia egiziana di molti millenni addietro, è l’onomatopeico Mau). Dunque quella loro lingua oscura, che sembra priva di consonanti, non può somigliare neppure a un miagolio. Non esistono paragoni possibili. Non esiste comprensione possibile. Eppure tutti noi conviviamo da anni con quel loro parlare, lo studiamo, cerchiamo di capirlo. Siamo in ascolto.
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