TRADIMENTI

Piegato giusto, impacchettato giusto, composto giusto, organizzato giusto. Piano a piano nella valigia, e rimaneva spazio per uno, un uomo ospitato nella tratta da qui al luogo di vacanza. A lato comodo un taccuino, inchiostri, e strumenti per tracciare + i frammenti su cui sta scritto il nome proprio e l’indirizzo. Vacanza come vita sembrava, poi abbruttita da mobili in disfacimento, da incidentate attese. Ma un figlio tenne l’uovo in mano a lungo per non rompere l’impresa su tutti i soprassalti. La mano piccola del bimbo era giusta per l’uovo, miracolo di relazioni, avveramento. Per lui si cuoce e lava, per lui si fa dispensa mentre gli evasi evadono, deridono. Straripa ormai l’ordine assunto e tutta la roba s’aggroviglia, si spaglia in giro. Non trovo, non ritrovo, non c’è il mio nome scritto neppure urlando, urlato il  mio pennino, il  mio taccuino. Valigia incontinente dopo quel giusto misfatto di roba che trabocca e non stanno al seguito pronomi del fuoriforma, senza.

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