RITORNO (Capitolo Quinto)

Appare infine, via ala dell’angelo, l’ipotesi di soluzione al quesito come abitare gli scheletri: direttamente dai cieli un’aura di verginità bagnerebbe i proprietari, lasciando in pegno una definitiva lacrima di glicerina sul volto, che identificherebbe i soggetti ai fini del tributo.
Il vulcano fa il suo erutto post, lo schermo interrompe il flusso, l’uomo sul tavolo sussulta pesante, si interrompono i riflessi, si spegne il frigorifero.
Il blackout è di breve durata.
I composti di yogurt, grappa e pere geneticamente stanche, sono fortunatamente collocati nella ghiacciaia, possono quindi usufruire di quella autonomia di freddo che non si nega nemmeno all’ultimo clandestino, ed essere assaporati nella pienezza di gusto, che solo il tempo sa regalare.
La nota inviata per conoscenza al direttore-maresciallo suscita un momento interrogativo sul naso, due punti, peli, stille, cornici in alabastro, l’inizio di una surrealtà impiegatizia molto drang. Venne acceso pure un sito al cero-pero-
Convocati parenti ed amici stretti.
Le notizie digeriscono una nave di mangiacarte nascosti nelle celle frigorifere con lo yogurt giapponese. Summertime.

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