AL CANTAR DEI OSEI

Eppure a ogni risveglio ci coglie allegrezza nel ritrovarci ancor veglianti sia
pure in su la cima diaccia di un montarozzo romito, uno qualsiasi fra i
trecentoquindicimila turgori di kuesta terra immiruta indove allegrezza
ristagna financo in fronte a lo empireo o a lo ‘nferno. Allora il tentativo
estremo: guardare la strada da tutte le sue finestre per assecondare la docile
prospettiva dello sguardo triangolare. E abbandonarsi al cantar dei osei.

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