QUADRO 2 – 3/10

(La tragedia di un curatore di mostre)

 

Piove (è uno stillicidio)

Pioggia dall’universo, senza fine (mito del diluvio)

Arte (visione miracolosa dell’essere)

Non so cos’è l’arte, non lo so, ti dico, non ho teorie

Non ho un metodo e non ho una tecnica

Come un contadino, come un giardiniere faccio

Essere artisti significa opporre all’esistenza un progetto totale di sé

(ciò è folle)

In ogni caso è una notevole prova di nervi (un simile ardire)

Oggi gli artisti amano essere incolti (fin troppo)

Piove e basta…non so cos’è l’arte, ti dico, (keine anung)

Penso di fare l’arte in verità è l’arte che fa me

L’ineguagliabile logica di essere sé stessi

Conviene, boh, non lo so (non è questo il problema)

Essere se stessi è un vizio, una patologia, un’allucinazione

(risataccia tremenda)

Non si sfugge al demone, è l’unica mia strada, galileo

Non v’illudete, maestà

L’arte è l’unica possibilità di fuggire altrove

La morte è nell’ordine di tutto (che cosa prova la morte?)

Il trionfo della bellezza e della giustizia

Brividi e vampate

Oh madre mia, ci si scorda così presto dei morti

(nel cuore della notte)

Tutti la notte dormono e io non dormo mai

Siamo ridotti in miseria, Galileo

A chi volete che importi, Maestà

Non abbiamo più il becco di un quattrino

È la solita storia, Maestà, non datevi troppa pena

Tu non ti rendi conto, sono a pezzi

Mi sento vivo e morto allo stesso tempo

Un uomo come voi, Maestà (buona notte)

Aspetta, non andartene, parliamo ancora un po’

(una lacrima sfavillò negli occhi)

 

(Da “La questione del Gatto”, inedito)

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