UNA CIRCONFERENZA (XI)

Certo, non sapranno spegnere l’acqua con il fuoco, ma hanno amato così tanto queste boscaglie che solo loro sanno come piantarci semi e aprire varchi di luce. Il genere ne comprende sei tipi diversi, ma oggi se ne vedono solo due negli anfratti di bianco. E quanti nomi, poi, un’eternità di parole o forse lettere, solo suoni. Artiodattili, bovidi, wisunt, wisent, Żubr. L’erbaccia è così brillante, invece. Vivace.  Zubar il dentato era sempre alle porte della città, una pressione costante o un presente rinviato. Una scaglia di oceano, un crine di lamine d’argento, una postilla per non dire niente. L’episodio non è mai stato completato. Annullato dalla produzione per mancanza di elementi certi sulla sua conclusione. Chiaro, non sapranno spegnere l’acqua con il fuoco, ma non a caso sono sempre alle porte, avanzano nello stallo. Incompiuti. Un’eternità di parole o suoni, frammenti di lettere, estratti di praterie e risme di faglie. Crepe, audaci. Un fronte all’abisso del volo. Forme, cespugli, ortaggi o roghi. Chimica, forse botanica. Una scaglia di oceano, un crine di lamine d’argento, una postilla per niente, un’insegna: ora togli le spighe e ammattisciti il corpo, il volto, un’interferenza, un rumore, poi l’indicazione, il segnale stradale: ingrandire, apostrofare il disturbo.

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