QUI CANTA L’EST, QUI BEVE L’OCCIDENTE

 

Si è aperta nella vostra città una mostra d’arte che ha perlomeno del surreale. L’autore espone più di mille disegni in bianco e nero tutti perfettamente uguali; stesso soggetto, insomma, ripetuto più  di mille volte di fila dall’ingresso dell’atelier alla fine: sempre la stessa faccia nel medesimo atteggiamento in un riquadro di venti centimetri per venti di cartoncino. Scopo della mostra è fare esplodere il cervello ai visitatori.  Là, nella vostra schifosa città dalle gallerie da più di mille disegni in bianco e nero tutti perfettamente uguali. Dove pezzi di cranio e crema grigia si appiccicano alle suole delle scarpe nei gradini all’uscita. Ma anche sulle guarnizioni di gomma delle porte di sicurezza che danno sulle strade laterali. E nei bagni dei signori, sugli specchi delle tolette e sui pulsanti dei soffioni. Dove bevono i ragazzi dell’est e cantano le signore occidentali.

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