LUXOR

Oggi, solitudine, indeciso se t’abbellire
In una barca che per fato chiama a sventura
Siccome quel falchetto, mi sono avvitato a risolvermi,
Come ginocchio all’avventura nel crociato del volo,
Tan quanto il feldspato tambureggiato da nevi bianche dal shock
Sotto l’unghia dello scalatore quand’esibì l’alpenstock –

Oggi per la sua gragnuola di colpi al tamburo
Sulla piazzetta va anche il tamburino maggiore,
Dalla camerata nuziale esce in picchiata lo sposo
Lasciandola sposa in un lago di sangue ch’irti fosfori
Scaglia
Come l’oracolo prima della sommissione del monte al riposo;
Mentre lei Fosforina, lei ripetente, lei della taglia
Benché se ne inculchi, d’assorbenza e di verginità
Assorbina, lei, tra gli assorbenti e le vergini
Tenta invano le rose a mollo salvare
Dall’astinenza in un guazzetto purpureo d’arsenico.

Luxor, Uxor, Carelia di ceneri!
Luxoricidio di un culmo sperduto tra due fumolari.

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