STORIE DEL SIGNOR JFK (126)

Nel bavoso tramonto della sua vita, JFK riesce ad avere erezioni pallide. In genere, solo quando una topa, infilandosi tra le commessure decrepite della finestra, salta nel suo letto. Gli dà senso di vita e piacere la velocità in cui si incunea in pertugi striminziti del proprio corpo che, ormai, è la sua stanza. Come un verme solitario, la topa gli entra, infiltrandosi tra i denti. Con gli occhi della topa JFK vede le grate molli delle tonsille, finalmente scopre la ventilata ugola, precipita in pozzi stravaganti e sifonici, si sente bruciare e, giù in fondo, tra lo stomàc e l’inguine, sente il maschiaccio svegliarsi.

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