DI UNA GIOVANE MOSCA

entra dentro così ti uccido, entra facendo tutto il rumore che vuoi, la finestra è aperta, io sono pronto, non dovrai più pensare al giovane monaco che non perdonò al maestro di avere preso in braccio i glutei di una giovane donna per farle traversare il guado, né alla giovane …

SIFONOFORO 15

roma. un mare mosso di immensi parchi pubblici in perpetua luce bianco grigia di fineottobre. estese zone dl penombra tripla. sotto gli alberi. dietro le siepi. sotto i pesanti archi di marmo a cassettoni. nei curati cunicoli di verde vedo camminamenti per grandi mammiferi in estinzione arriviamo qui relativamente presto. …

QUANDO PARLO

quando parlo di te mi metto a fuoco e lo faccio sotto la settimana di natale con il commesso della libreria dell’aeroporto mentre cerca di sbarazzarsi dell’ultima trilogia da mille e cinquecento pagine parlo di te in una panda bianca che mi accompagna alla stazione fumando diana blu alla fermata …

QUANTI

Un cavallo di legno a forma di anatra, un rinoceronte azulado, dieci anime morte, molte pagine di smisurata bellezza, un re nudo, tredici piccoli esopianeti, sette montagne da mangiare calde con burro e salvia, un re vestito e in guerra contro quello nudo, una gamba lunga quindicimila metri, quaranta quanti, …

SCALINI

Io come io Sono stato molestato Da William Butler Yeats E da moscerini resistenti all’Autan E dagli occhiali che non mi ascoltano E da un sacco di scarpe che non entrano E da computer che allagano le loro tastiere E da indiani che sfrecciano sulle autostrade di qui Da bastonate …

SIFONOFORO 14

al tramonto poco prima di partire comincia a piovere. vento forte con traiettorie anomale. la pioggia penetra ovunque. un vigile urbano divisa schizzata ci vieta di lasciare la città delle donne. gli sportelli della stazione centrale sono abbassati. tutto chiuso. il frastuono della pioggia cancella ogni prossimità. map osserva l’ombra …

NON VOLEVAMO MORIRE

non volevamo morire ma sotto l’intelligenza del linguaggio non potemmo che diventare invisibili. la grazia delle parole a cui eravamo abituati, che avevamo cercato estrapolandole dalla terra e dalla storia fino al grado più basso della perfezione, divenne una cosa vergognosa, il paradosso della poesia, la bellezza fu l’impossibilità dell’arte. …

LA RAPIDITA’ DELLO SPIRITO

Non sapendo chi dei due gli abbia davvero stretto la mano, pensa di averlo sognato. Nel dormiveglia ha continuato a chiedersi se fossero stati tutti e due, o se non fosse stato un sogno, se li avesse incontrati davvero, magari prima uno e poi l’altro, e ora confondesse la realtà. …

INSEGNO OMETTENDO COSE

insegno omettendo cose perché ci sono occhi nel nulla ascolto la mia voce in scala minore lascio perdere e comincio ad avere il coraggio dei cretini di non perdere tempo inventarmi un nuovo modo di fargli capire le cose prepararmi ad imparare cose senza senso sui ragazzi da cui dovrò …