NONNOCLORO (I)

1968

I
Cominciano i suoni. Li sento
diversamente, e quindi da una certa distanza contratta. – tanto per dirne una: non rivolgo la parola a mia madre già da quindici giorni, ma in genere la vedo poco. Lei lavora faticosamente ai grassi, piegata in due, con le gambe dritte e divaricate, il sedere in primo piano. Resiste alle puzze, ai tanfi; le mani e i piedi durissimi con una rete nerastra di crepature dove stanno annidate scaglie di vetro, pidocchi bianchi originali autoctoni, flottiglie di cadaveri di spermatozoi, risulta di cuoiami e fibre tessili, essenze, afrodisiaci, polvere di sangue. – non importa potentemente che sia mia madre. E poi riesce complicato distinguere tra lei e ciò che la copre. Questo potrebbe essere una vestina, una vestaglia, una sopraveste, un paio di mutande di nonno Cloro scucite e convertite in sacello; o soltanto uno sfondo neutro su cui sta apprettato uno schema di fiorellini neri col fosso bianco nel mezzo. La materia del suono io la ricavo dunque da quest’oggetto otticamente inscindibile. – so che mia madre, che sta sempre sulla veranda, che lavora senza economia: decidendo di non rivolgerle la parola affronto direttamente, per mezzo dei suoni, la memoria, e stabilisco così una specie di tregua col mio sguardo miope, assai miope.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

IN GARAGE
Grazie a certe palpebre artificiali che mi hanno impiantato, posso non vedere quello che gli altri vedono. In garage ho Read more.
INNESTI
Erano all’incirca gli anni ottanta e avevamo appena finito di piantare l’ultimo filare di fenicotteri. In meno di un mese Read more.
LE POLTRONE CHE INDOSSAVO PER DORMIRE
le poltrone che indossavo per dormire per fare finta di essere grande dovevano sembrare un po’ infantili all’epoca. ho sognato Read more.
Accampamento 2 – La rendicontazione
Non capita spesso, soltanto forse alla località fornaci, di vedere la stalla illuminata, dove la strada va in doppia curva Read more.
46
Vedi come tutto ha fine? Cadere dal respiro – a metà lungo un viale, le rose di maggio l’attimo imperfetto Read more.
da I GIORNI QUANTI (61)
Tre ragazze al mare. Saranno due ma io, confusamente, ne conto tre. Tre ragazze che stamattina sono partite per il Read more.
MEZZA ESTATE
quando a inizio estate il corpo malato del mondo esala odore d’acqua sfatta il cimitero è il luogo migliore per Read more.
STASERA A CENA 07/ —.; 051
Senza capelli ti ho rivista e senza labbra   Verso Berlino andavi, Read more.
I Rabbini di Oria e non soltanto (Rabbi Shelomoh)
Di Rabbi Shelomoh che passò la lunga sua vecchiaia coi piedi sepolti nella terra siccitosa d’un antichissimo oliveto. Radici gli Read more.