MICROMITOLOGIA 6

Nel paese di Castello Lavazzo alcuni abitanti assecondano una forma di teologia complessa e rotante. A Castello Lavazzo il dio Peppazz protegge i fiocchi di neve durante le nevicate notturne e fa in modo che si cristallizzino senza peso sui rami. Il dio Beppon fa sì che i ghiaccioli non caschino giù dalle rocce. Bepinel è il dio che permette alle slitte di scivolare morbide dai pendii. Pinotto fa scivolare sull’acqua del fiume, accompagnandoli con la sua benevolenza, i tronchi che i zatèr sospingono giù giù insino a Venezia. Bepi è il dio che consente al dentifricio di uscire dal tubetto. Beppo è il dio che fa crescere i capelli biondi delle donne (e Geppo è invece il dio che si occupa dei capelli neri delle donne, perciò è gerarchicamente inferiore a Beppo). Il dio Pepè sovrintende alla fecondazione delle formiche femmina. Il dio Peppín fa entrare e uscire l’aria dai polmoni delle galline. All’arrivo della primavera, poi, si fa avanti il dio Pippo, che pilota i raggi solari grazie ai quali negli orti germogliano zucchini e fagioli. Il dio Peppon, infine, è completamente smemorato. Anche lui però, quando si ricorda, sovrintende a qualcosa.
Vi è a Castello Lavazzo un gruppo di eretici agguerriti che in gran segreto si riuniscono nottetempo nell’osteria della piazza. Secondo costoro quelle cosiddette divinità altro non sarebbero che manifestazioni di un dio unico e solo a cui hanno dato un nome che tutte comprende: il gran dio Giuseppe, lo chiamano. Ma non è finita qua. Secondo questi eretici, il gran dio Giuseppe sarebbe nemico giurato di un altro dio, il dio Joseph, adorato dagli abitanti del vicino paese di Codissago. E non vedono l’ora, questi eretici, di dichiarare guerra ai poveri codissaghesi con un pretesto qualsiasi.

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