ALTRI INCIPIT (Gaetano Testa)

–      l’ombra? non va. non cammina. –      è durato solo poche ore questo nome. come mai? si diceva in giro che tu fossi diventato paziente. –      ero soprattutto io stesso a dirmelo in giro. gente sono diventato paziente dicevo. ma cos’è? le mani mi stanno puzzando di formaggio –      a …

A NUOTO

Mi tuffai in acqua di buon mattino. E a nuoto – bracciata dopo bracciata  – su, su, sempre più su, raggiunsi le cime del monte Cristallo.

STORIE

–          Esistono baci brutti? Alice, otto anni: –          Sì, i baci finti.

LA VOCE DELLA LUNA

  Se mi dessero la possibilità di parlare direi che non c’entro. Io non lo volevo fare, è stata lei. Ogni volta sempre con lo stesso sorriso, ciao Antonio, come va? Glielo diceva la mia voce piano, glielo diceva, non dirlo con questo sorriso, ogni giorno, tutti i giorni, alla …

PULLE CHE CHIAMO P. PER CONVENIENZA

Una pulla di periferia. Così l’ha chiamata. Non una pulla soltanto, una pulla e basta; una che risponde a inequivocabili caratteristiche identificative non tanto dissimili – nell’essere riconoscibili – da quelle che ci permettono di individuare immediatamente una specie animale antipatica o una pianta nauseante, nel caso: abitudini, gestualità, linguaggio, …

ARBEN DEDJA “Il racconto del Membro del Politburo”

Agli inizi pranzavamo e cenavamo spessoinsiemeper i compleanni dei bambini delle moglipoi cominciammo a incontrarci raramentepoi ancora di meno(in pratica ogni 5 anni per la Festa della Liberazione)poi soltanto per porgere le condoglianzeper la morte dei nostri genitoria poco a poco cominciammo a morire anche noimalattie incidentiinvecchiavamo intanto e le …

PECORE GROSSE

A un certo punto comparvero topi ovali, grandi come bidet; e questo molto ci sorprese. Più avanti incontrammo pecore grosse come caldaie condominiali; e questo ci diede una certa consolazione perché, almeno, le proporzioni venivano rispettate. Ma perdemmo definitivamente le speranze quando arrivarono le galline. Dondolavano le loro sgraziate proboscidi …

STORIE

Dopo avere accompagnato la madre in un pub del centro a intervistare il cantautore del momento, Il figlio di otto anni, di ritorno a casa, le disse: – Mamma mi piace quando mi porti nei bassifondi della città

STORIE DEL SIGNOR JFK (114)

JFK ha il terrore, vive col terrore di perdere le cose. Le cose sono, di volta in volta, gli occhiali, le penne, le ciabatte, le lampadine (grazie alle quali rovista i suoi bauli pieni di altre cose, forbicine, unghie, molari e premolari), le chiavi, le carte dei suoi solitari, la …

UNA STORIA TERMINATA POCO DOPO LA MORTE

Il computer non ci sta. Avvinto dalla trama corre più veloce delle sue mani tramanti. Quando l’Autore si accascia sulla tastiera si imbufalisce, anche se dicono che i bufali non si imbufaliscono mai. Il mouse si gonfia come un rospo e, a colpi di spallate, scosta la testa pensante dell’autore …