UNA CIRCONFERENZA (III)

Un uomo ha comprato un terreno per corrispondenza. Guarda la foto del suo pezzo di deserto, immondizia e cartelloni stradali, qualche roccia, piante grasse, ma c’è del blu da qualche. Poi riprende a camminare. Un altro uomo si sporge da un ponte, urla qualcosa, “hanno tagliato il desiderio”, ma c’è del blu, da qualche parte. Grandi occasioni, saldi, offerta offerta, sconti, occasione imperdibile!, una voce metallica insegue i passanti, l’effetto stroboscopico dei cartelli pubblicitari, la sindrome fossile, l’ovatta, la dissoluzione. La strada da San Giovanni a Firenze. Arno, affluenti, alberi, colline, vegetazione. La strada da San Giovanni a Firenze. Arno, affluenti ancora colline. I cambogiani fra gli alberi. Un uomo urla “è meglio di Disneyland”. La strada da San Giovanni a Firenze, i cambogiani fra gli alberi. I fiumi-odori del Vietnam. Ritagli di piante alle pareti. Il parchetto della scuola è chiuso. Jean-Jacques, dalla strada, fissa il cancello, immobile. Vorrebbe tornare ai giochi, alle sassate fra gli alberi, al posto delle mani il mare. Ma c’è del blu da qualche parte. Inventano soluzioni, è primavera, ripongono le immagini nella stiva e coltivano. Confidano nell’eleganza del gesto, non attendono risultati, ripetono: infocare i dati. Il movimento, la rotazione, la materia, occorre ripristinare la tempesta, tagliare i fossili e gioire con la cenere nel canto.

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