PATTERN

a
44bpm

INT. CASA – NOTTE

Stringendo le pietre ho pianto meno,
t’ho lasciato una copia della coda di rondine:
il mondo è pieno di fabbri
e combinazioni più forti.


Non mi perdere.


Non la prendo come una minaccia perché perché dovrei perderti


Non è una minaccia, è una richiesta.
Magari tu sei cattivissimo e io non lo so.


Se.

Piegando lo stesso istante, un secolo fa,
statue, storie, stasi a distanza.

Ha distanza.

15.28
Niente.
18.28
Niente.
19.17
Qualcosa di meno.
20.06
Forse ancora meno.
Teatro.

INT. IO – NOTTE

Inverno.
Ero al computer, arrivò una e-mail.
Diceva che non ne vale la pena.
Diceva che non valgo la pena.

Non risposi.

Università, autunno.
C’era musica, cantava un amico. Un estraneo a un certo punto

(ammonendo)
Il tuo orgoglio sarà la tua rovina

Gli dissi che non poteva essere possibile, l’orgoglio non so proprio cosa sia.

Liceo, estate.
Parlavamo del futuro, in Sardegna, tutti ospiti a casa mia.
Quindi, il fratello di uno di loro

(mortificando)
Tu? Ma figurati, cosa pensi di poter fare tu nella vita?

Gli dissi che ne avremmo riparlato tra dieci anni.

Medie, primavera.
Era il giorno della comunione di mio fratello, camminavo nei paraggi del Conservatorio.
A un certo punto un ragazzino

(canzonando)
Tu da grande sarai brutta perché adesso sei troppo bella.

Non risposi.

Adesso. Qui.

Forse aveva ragione: l’orgoglio.
Non so proprio cosa sia, ed è la mia rovina.


Ma neanche poco di meno.

Adesso. Lì.

Le cose, evocano niente,
trattengono niente,
la realtà, se la tocco,
si scioglie,
s’impigliano qubit tra le dita,
devono pesare sulla carta,
incidere, rompere,
delimitare e bloccare una realtà, una scelta.

Càpita, o capita. L’essenza dell’individuo.

Il corpo non termina con la pelle.
Le parole sono azioni:
sembrano trasparenti,
ma non restano solo suoni.

PEIRCE / SINI
L’uomo è là dove produce effetti.


Non mi perdere.

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