MA NON PER TUTTO IL RESTO

Quando l’elettricità era ancora fra noi, eh, allora sì che si viveva bene! Mangiavamo fragole elettriche, bistecche elettriche, gelati elettrici. Bevevamo vino elettrico in coppe scintillanti e ogni sorso ci illuminava. Fioccava neve elettrica. All’imbrunire combattevamo l’arrivo del buio con certi arnesi pendenti dai soffitti che chiamavamo “lampadari” o “Lune elettriche”. Ma tu che ne puoi sapere, Annamatilde, non eri ancora nata quando l’elettricità era fra noi. Cavalcavamo cavalli elettrici, vestivamo abiti elettrici (e come tintinnava di lucette quel cappellaccio accovacciato sulla testa di tuo nonno). Nei prati, tranquille pascolavano pecore elettriche. Ma nel giro di una notte le cose cambiarono per sempre. Su tutto il pianeta le luci delle case si spensero una dopo l’altra e un buio rugginoso avvolse ogni cosa. L’elettricità era scomparsa e non sarebbe tornata mai più. Un virus, si disse. Innocuo per l’uomo, ma non per tutto il resto.

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