IL SOUFFLE’ DELLA MORTE di Francesco Gambaro

A 16 anni c’ho tentato, era il sesto piano, poteva riuscire benissimo. Miei amici: s’è appeso al lampadario, solo ferite, per via che il lampadario c’è finito sulla testa. Altro amico, deciso con la pistola di suo padre comandante dell’arma, l’arma ha cileccato. Altro amico, non lo voleva proprio, ma scivolando col culo sul passamano della tromba delle scale, c’è riuscito proprio. Altro amico, qualche annetto in meno, sosteneva che la dauphine di suo padre fosse anche anfibia. Ha centrato sulla banchina la bitta di porfido ed è rimasto tutta la notte a fissare il mare terrorizzato dall’idea di dovere tornare a casa. Soprattutto gli adolescenti sentono insensatamente, poco professionalmente e per una corta stagione il soufflé della morte. Chi li recluta e li ammaestra a farsi saltare e a fare saltare in aria dona loro un senso alla morte.

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