FOGLIETTO VOLANTE (7aprile2003)

il trenino fatzupriestu delle sei e quaranta sovraccarico costeggia per tre quarti d’ora l’oceano tranquillo della mattinata poi con una stretta curva a destra si tuffa nella boscaglia – mezz’ora dopo sosta alla stazione di unchiau  che è un capanno con pensilina di lamiera illuminato dal primo sole della giornata – e qui tre quarti dei suoi pendolari sveltamente scendono si diramano e scompaiono per viottoli e straducole che formano un labirinto all’ombra di grandi alberi di tofé punteggiata da piccoli recinti tondeggianti che indicano la presenza delle fattorie sotterranee di produzione dell’acca- spirìta

exiria in camicetta ginz flax da tennis e borsone di pezza a tracolla scende dieci minuti più tardi alla stazione successiva che non ha nome – monta sul calesse di vannino che stava li ad aspettarla con la zotta nella mano destra – ciao ciao e via verso i tornanti asfaltati di fresco che salgono ripidi la montagna di guendalahore fittamente coperta da una vegetazione nerastra  – e intanto finisce di spazzolarsi i capelli corti biondi

vannino senza guardarla dice

– fai puzza

– lo so è la puzza dei tuoi compaesani non ci posso fare niente quindi dovresti piantarla

– domanimattina mettiti un impermeabilino

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