da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.17

Ora di stamberga, tarlo il respiro

D’infanzia la cornucopia vizza.

Eppure avanza la contemplazione

Di sé senza il corpo popolare.

Il capestro di stare vecchi

Calpesta la stasi della culla

La bella volpe tata argentata.

Implori la resina del boia

Di darsi zuccherina di non

Corrompere il ritmo della danza.

Purtroppo, purtroppo così ascoltata

Sciabola

Muori con la postura fetale

Così fatale la nascita scempia.

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