LOUELLA, LA CHIAMA LEI LA RADIO

Noi, qui, invece, stiamo passando il periodo peggiore. La ferita di Kurt si è infettata e non abbiamo medicinali: la laviamo con acqua che cola dalla grondaia, ma non so fino a quando potrà durare; confidiamo nella sua tempra, che è sempre stato un ragazzo forte. Per mangiare ci aggiustiamo alla meglio. Poca roba, patate. Un po’ di verdura gelata raccolta scavando dietro la casamatta. Per il resto, zero assoluto. L’erba medica ci è finita. Niente legna. Ci scaldiamo alitandoci addosso e abbracciandoci. Freddo, ghiaccio, nient’altro. Ho però una buona notizia da darti, seppure una sola: da due giorni non si sentono più colpi di mortaio e il silenzio finalmente rallegra il cuore, in più soffia un vento da sud che trasporta odore di gelsomino, qui nessuno riesce a capacitarsi. Io e Wilfred abbiamo sentito distintamente la voce del salumiere di Waistelstrasse chiederci se per caso fosse passato da lì il suo garzone. Ma non lo vediamo dal ‘39. Perciò, da quanto tempo saremo morti?

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