da I GIORNI QUANTI (51)

Ho scoperto mia madre in flagrante. E pensare che fino a qualche minuto fa non lo pensavo neppure. Ero a Martina Franca. Passo davanti un portoncino dove c’è scritto “Associazione parenti delle vittime”. Guardo dentro, dai vetri della finestra accanto, e la vedo che si fa maltrattare a parole da un giovanotto che, per età, dovrebbe essere un suo sottoposto. Busso per interferire e salvarla dai guai. Mi apre e mi dice che almeno una volta la settimana è necessario che qualcuno dell’Associazione presidi gli uffici di Martina Franca. Il giovanotto fila via. Chi era le chiedo e, subito dopo, mi rendo conto di avere fatto una domanda indiscreta. La saluto. Mi rimetto in bicicletta pensieroso. Per quale ragione mia madre era a Martina Franca? Per quale ragione è diventata socia di un’associazione del genere? Che la vittima sia io? Ma i morti possono raccapezzarsi?

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