Uccidi di me l’occaso
La tragedia minuta di essere
Serva scolara logora
Sopra la gabbia che mi pulsa.
Gelateria del Corso non fu l’infanzia
Adulta dozzinale campare le esequie
Di dì a dì. Patria confiscata la mia tasca
Scaturita da elemosine angolari.
Mi amò un ragazzo giovane giovane
Valse per me un circuito di nulla
Ma da vecchia mi rovina vecchia.
Oggi il tempo vacuo che mi sperpera
Perpetua le rovine d’attesa
Le sabbie mobili che per collare mi stanno.
Regia d’inverno ormai la girandola
Questo pallore d’ergastolo nel sanatorio
Postremo enigma il saluto d’àncora
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