PER UNA COPPIA DADA

il mito narra che quando arianna vide sbarcare teseo a creta, su una lunghissima spiaggia di qualche sperduta costa irlandese, rimise il telefonino in tasca e si avviò lenta a rifare il letto nella cameretta di lui. mentre scendeva dalla montagna, la chiave della macchina le sfuggì di mano e cadde dentro una pozzanghera ai suoi piedi. si innamorò follemente del suo arco a sesto acuto, dei suoi colonnati, dei suoi portali: un’impressione molto intensa che ha a che fare con la storia, con la geografia, con l’antropologia. nel suo lavoro monografico sul barocco, arianna aveva cercato di trovare un metodo per stimare quante stelle sono visibili nel cielo facendosi schermo agli occhi con la mano contro la luce di una lampada: scrisse che le stelle cadenti, in realtà, sono visibili tutto l’anno ma, nel periodo a partire dal seicento (secolo pittorico, di luce ed ombre e, perciò, luogo ideale per indagare le suggestioni reciproche tra poesia e pittura) si hanno più probabilità di avvistarle. intanto teseo cercava di ritrovare la via d’uscita dall’ingegnoso labirinto, fondato nel 2006 in francia da dedalo, con uffici in spagna, inghilterra, italia e da quest’anno anche negli stati uniti. gli strumenti necessari per la sua impresa erano una zolla di terra per uccidere il minotauro e il famoso “filo di arianna”, un guinzaglio regolabile di corda attorcigliata fatto a mano a berlino, con una scia così luminosa che, secondo la nasa, sarà visibile anche a occhio nudo.

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