Continuavano con poche sorprendenti avventure. Non restava che un gran callo, una lingua impaurita di pelle di uragano, occhi senza appunti, catturati una notte nell’ombra delle luci di un palazzo, ora arato come un’esplosione. Alcuni lo chiamavano amore, ad altri brillava il corpo, ormai prossimo all’estinzione, tuttavia ad armeggiare erano sempre i sassi, i pollini, le stoviglie; la gente, con qualche moto d’orgoglio ancora nelle mani, sparava ai mocassini, alle Hogan, ai risvoltini dei pantaloni, alla gran sartoria, per ogni svuotata stagione. L’uomo, all’angolo di ogni foto, precisava con insistente argomentazione: nella scrittura ci sono stanze disabitate, che andiamo cercando per non morire di troppa folla. Su certe piume, allora, abitava un inverno di case gialle, dove qualcuno urlava alle parole morte, alle frasi abbandonate, ai periodi dismessi, alle lettere in frantumi, dai nostri secoli a venire.
UN INVERNO DI CASE GIALLE (Prologo, Uno)
LIMPIEZA
14 Maggio 2024
Limpieza, disse Lourdes e si allagò di petto in un respiro. L’acquitrino ferveva di vita – un reflusso di girini, Read more.
SOFFIA
14 Maggio 2024
Acqua naturale. Temperatura ambiente. Un bicchiere per favore, di plastica biodegradabile. Questo non puzza. Preferibilmente non sporco. Grazie. Uno sguardo Read more.
i. centripeti.
14 Maggio 2024
forza lavoro fanghi] termali l’indaco a catalogo le parti d’India che non combaciano virgolettate perdono a goccia a ristagno Irene Read more.
MI INCHINO AL MARCIAPIEDI
13 Maggio 2024
mi inchino al marciapiede che sta tra le plissettature delle corde vocali. sono un mostro: le mie mani sono sedotte Read more.
SABATO
13 Maggio 2024
Oggi che è sabato Annastefanella non esiste. È andata dal parrucchiere a farsi bionda, poi è passata dal fidanzato ed Read more.
SALTIMBANCHI NEVROTICI
13 Maggio 2024
La spossatezza di questo inverno ipocondriaco mi ha prosciugato tutti gli umori di corteccia quelli che si respirano nelle notti Read more.