IDROMEDARIS

C’è un rivolo dalle mie parti che scorre sei mesi dalla sorgente alla foce e sei  – stranamente – al contrario. E non di continuo per giunta, rendendone impossibile ogni classificazione. Cioè: mentre Testa di mongolfiera guarda verso il negozio di chiodi, a esempio, il fiume scorre regolarmente verso il mare, se invece Manina d’asino succhia un gelato quello corre verso la montagna. A prescindere dal tempo e dalle stagioni, dal costo di un’acconciatura o dalle offerte sui copertoni.  A prescindere dal numero di denti rimasti nelle bocche di tutti o dal consumo medio di calorie.  Cioè: certi giorni banchi di salmone nero possono risalire la corrente saltando da corso Umberto I a via generale Streva. Altri, famiglie di pescespada possono planare anche a  90 all’ora in direzione mare. Capita perciò che qualcuno dei miei concittadini muoia. Così, semplicemente chiudendo una persiana o guardando la luna. Dando una forchettata, o mentre tiene un cappello di paglia in mano.

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