ERO UN CALIBANO

ero un calibano quando mi incontrò & un rottame rovente in un angolo dell’estate Jack & coi mignoli di carta velina e le emozioni senza foce & lei attillava tutto il bianco che si provava addosso Jack finché iniziava a prendere le tinte del malva & io mostravo i chiodi come una bestia punk perché a me spaventava la solitudine Jack le grandi barche nei porti mi sembravano così sole e le fabbriche nelle zone industriali e i panorami lontani da casa e i ruscelli, mi spaventava la malinconia di quella dignità & noi bruciavamo alimentati a falene & io l’avrei raggiunta in capo al mondo Jack anche se ci mancassero dei meridiani perciò a questo dico sul serio aboliamo greenwich perché in amore non serve

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