INVITO A CENA

Sabato sono stato invitato a cena dai miei amici assassini e per non arrivare a mani vuote sono passato dalla macelleria ed ho comprato due chili di cervello. Ma il sacchetto di plastica dove l’avevo messo era bucato e gocciolava sangue, perciò quando sono arrivato ho sporcato tutto il pavimento. I miei amici non se la sono presa; anzi per non farmi sentire in imbarazzo hanno cominciato a far gocciolare sangue anche loro. Questa gentilezza mi colpì molto e mi sentivo in obbligo di ricambiare. Intanto le donne portavano a tavola i cibi e i calici scintillavano pronti per il brindisi. Quando iniziammo la cena io mi sentivo ancora in debito con i miei amici e volevo dimostrare loro di non essere diverso, così dissi: mi sento in debito con voi e voglio in qualche modo ricambiare la vostra cortesia. Sia portato un bambino e io lo squarterò davanti a voi. Con un largo sorriso di soddisfazione, Giacomo, il più anziano degli assassini, versò il vino per tutti. Bevemmo alla nostra salute

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