HOUSTON ADDIO (BREVE E ROMANTICA STORIA DEI CONTRATTI) / 6.

Un momento: la cosa andò infine a buon fine, tanto da scatenare in lui la voglia di uno pseudonimo che lo tenesse lontano da occhi indiscreti, una sorta di password da cambiare di tanto in tanto per non farsi prendere mai nella sua fuga tra le critiche, a precisione nucleare, che riusciva a elaborare. E iniziò con Menù, Angel, Menù-Angel Vossa, così, come si trattasse di uno stanco, appesantito e dimenticato arbitro sudamericano che si ritrovò un giorno a perculàr così:

 

abbiamo tanti, tanti problemi, cara Houston… Intanto, il reclutamento: non sappiamo come farlo, perché non sappiamo chi cercare e come cercarlo; abbiamo allora optato per i test preliminari, che ci semplificano la vita (e soprattutto entrano duro, duro sulle caviglie di tutti questi millantatori di esperienze e professioni; ma che vogliono? E così facciamo anche capire chi comanda…).

Abbiamo anche provato ad abbassare il livello – sempre più basso, sempre più basso… Anche in questo caso, ci perdiamo i più evoluti, ci dicono; ma non dovevamo buttar dentro gente? E allora non facessero troppo i difficili; qualcuno muore, si sa, pazienza…

Quindi, il CV europeo, che è formattato così come è concepito: costringe alla regola, all’osso, al falso (nel senso che non puoi dar conto della complessità e dell’articolazione di un lavoro, di una vita; dunque molto più semplice selezionare, no?). Eppure precipitiamo, nostra amata, adorabile Houston… Ma abbiamo fatto tutto quanto nelle nostre possibilità e nei nostri protocolli; abbiamo seguito alla lettera il dato quantitativo e la legge, l’irriducibile grammatica ideologica, didascalica del nostro funzionario e la procedura; anzi, abbiamo stabilito che la procedura era l’obiettivo e non lo strumento, per non essere in colpa, per non essere d’impedimento – pensa – alla logica; ma di procedura stiamo precipitando, precipitando… Addio cara Houston, a un’altra dimensione, stavolta intell…

 

Volavano miliardi.

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