FILIPPICA

Le cicale fanno il turno di notte, grippano i timballi insistendo su una minima semicroma e la stampante non cede. Balie asciutte son le finestre tra molte, riammesse da Johan Wolfgang, immense nazioni. Confabulano sottoscorta gli ulivi millenari, le mandorle cadono a intervalli sull’atlante complutensis. Resiste, resiste, nel cofano del desiderio, un pelargonium rosso mentre  la serie di confratelli s’è data alla macchia. Stamattina, fuorivaso, han percorso il quartiere, attraversato la complanare, occupato la risulta tra masseria e ovile. Non è possibile che il prima faccia il dopo, disse Filippo: sono uscite dai sentieri interrotti troppe informazioni!  Questi  i drammi dello schermo nell’epoca delle migrazioni planetarie; non lascia vie di fuga la seconda preistoria, alla porta del seminterrato.

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