GIORNO DICIOTTO

 

Sono incinta, ho le doglie ma le contrazioni sono deboli, minaccio l’aborto ma non so cosa devo fare. Perdo sangue, è tutto diverso dalla prima gravidanza, la pancia è piccola e sta in basso.

 

Fino a un certo punto ho avuto bisogno di uomini, ora ho bisogno di lavorare ma voglio restare poeta, l’amante, non il commentatore.

 

Forse mi basta che sia il dottore a dirmelo “i fatti sono questi, le cose sono andate così” (deve essere una formula, aveva usato le stesse parole).

 

Dal fondo della sala il pappagallo gialloblù, questo manoscritto, spicca il volo per raggiungermi, affinché gli posi lo smalto azzurro sulle unghie. Prima di atterrare, cade a terra stecchito.

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