da RAPSODIE (15)

 

Un insieme con un certo grado di porosità, un vuoto parziale,
permette il propagarsi della probabilità.

 

La notte cadeva bagnata e piena, trasparente solo all’ombra,
svogliatamente torturava gli umani e col suo unico occhio elastico piangeva sui navigli ghiacciati.

 

Guardavo oltre il vetro, lì vivevano le mie ombre: collezione prestigiosa di modelli virtuali, addestrati dalla domatrice di leoni,
una figura materna, alta e massiccia, vestita di vivace verde
acerbo e viola elettrico. I loro movimenti elementari e arrugginiti
staccati singolarmente dai circuiti si scaricavano dagli impulsi senza produrre energia, costruiti di convinzioni e sortilegi e
spogliati dai dialoghi appassiti parevano infernali robot lebbrosi.
Suicidi senza volontà, innalzavano tutti domande senza punteggiatura.. palazzi dipinti su scatole di fiammiferi, costruiti
volutamente senza accesso alle uscite d’emergenza e demoliti
senza permesso, uccidendo gli inquilini e i loro animali.
Le parole accarezzavano il cambiamento, protese ad appendersi limacciose alle caviglie e gettate vuote sulla serata si urtavano cercando il valore massimo, superandosi incidentalmente
quando s’accorgevano di sbiadire.

 

Quella me trascurabile intanto, dimenticandosi di sorridere, respirava lentamente e guardava quel tutto fermo e consistente
– gli oggetti rimanevano assurdamente immobili ed elementari
lì dove erano stati allestiti – poi, scegliendosi un poco più instabile e meno simmetrica, connetteva armonia esteriore e involucri barocchi alla perfezione delle vibrazioni. Aveva di fronte rose
persiane soffocate senza sole, una visione triste di fiori morenti
riassunta dentro a un viso segnato da battaglie rovinose e concluso in uno sguardo preoccupantemente fragile, pallido e geometrico che velava la sua anima intrasmissibile.

 

scoppiare la morte in una goccia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

PAGINA BIANCA 28
Egli fa le pulizie 4 (già poesia dell’ultraquotidiano)   ascoltando depeche mode 1   scopando 3 stanze polvere ovunque / Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 32
Connubio di sillabe gridare Adescati dalla nube in via di sangue Guerriero esangue ormai rimanere. In dacia viveva Boris il Read more.
Ermete Rosenthal
Rosenthal (1888 – 1953) fu per la maggior parte della sua vita ingegnere navale. Già quarantenne gli capitò di assistere Read more.
I Rabbini di Oria e non soltanto (Rabbi Yehuda)
Di Rabbi Yehuda inventore degl’inchiostri che fanno volare: distesi sul terrazzo della casa i fogli di pergamena, li cucì l’uno Read more.
37
si caratterizza per un elevato livello di instabilità   scorrevolezza  su bagnato   coerenza                         riflette dunque    una posizione di distanza   <una estraneità> Read more.
Accampamento 3 – Di tegami e radici
Un telo giallo in PVC protegge l’angolo destro dell’edificio,  là dove un crollo mostra il tinello. Sul lato sinistro, lungo Read more.
LIMPIEZA
Limpieza, disse Lourdes e si allagò di petto in un respiro. L’acquitrino ferveva di vita – un reflusso di girini, Read more.
SOFFIA
Acqua naturale. Temperatura ambiente. Un bicchiere per favore, di plastica biodegradabile. Questo non puzza. Preferibilmente non sporco. Grazie. Uno sguardo Read more.
i. centripeti.
forza lavoro fanghi] termali l’indaco a catalogo le parti d’India che non combaciano virgolettate perdono a goccia a ristagno Irene Read more.