A ME LA GENTE NON PIACE

I posti affollati mi soffocano, mi fanno sentire costretto in una camicia di forza. Non solo i posti affollati, anche i posti chiusi dove sto con altra gente, le persone che mi toccano, gli odori troppo forti, le luci accecanti, i rumori che sono solo rumori. Per fortuna c’ è la musica. Lei riesce sempre a tranquillizzarmi, a allentare la tensione quando sto in mezzo alla gente. A me la gente non piace, vado in giro con gli auricolari per non sentirla; perché un conto è vederla soltanto, un altro è vederla e sentirla. Ieri sono andato al supermercato senza musica. Di solito quando ci vado ascolto il piano di Gould e tutto diventa più ordinato, anche se ci vorrebbero dieci Gould messi insieme per rimettere a posto le cose. L’ incontro peggiore è stato con una donna dall’ età indecifrabile per tutti gli sfregi che aveva in faccia nel tentativo di contraffarsi. Le labbra, di un turgore improbabile, erano un’ unica cosa col naso. Gli zigomi asimmetrici, uno più gonfio dell’ altro, le conferivano l’ aspetto raccapricciante di un pugile alla fine di un combattimento. Si è avvicinata e mi ha alitato addosso che, finalmente, aveva trovato la confezione da duecentocinquanta grammi di funghi porcini. Non so se sia stato l’ alito guasto, la voce affilata o la distanza ravvicinata, il fatto è che mi è mancata l’ aria e sono uscito immediatamente. Sembra che nei supermercati di quartiere, incontrarsi con una certa frequenza, dia diritto a saluti affabili, opinioni non richieste e, non per ultimo, amoreggiare. Ho sentito di relazioni nate nei ripetuti incontri al banco dei surgelati di un supermercato in zona.

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