I FIAMMIFERI

Fortuna che Madame Lunescu, a un certo punto, imbocchi la strada giusta. I presupposti sono stati preoccupanti (pericolosi, è la parola esatta): piuttosto che salire sulla prima, sulla seconda e infine sulla terza rampa di decelerazione nell’innesto dell’autostrada E81 in direzione Bucuresti, si è lanciata contromano in quella di accelerazione direzione Costanza. Un tir l’ha mancata di un soffio. Tre auto hanno carambolano senza conseguenze. Una Suzuki l’ha scansata al volo. Facendo un’inversione a U, miracolosamente, Madame è riuscita a evitare quella che di sicuro sarebbe stata una catastrofe. Bloccata dalla polizia al primo chilometro, non si scompone: alza il freno a mano, mette la marcia in folle, slaccia la cintura e dopo aver dato un’occhiata al retrovisore e spento la macchina, tira fuori una patente che ha dell’incredibile. Ritrae una famiglia intera (padre – madre –figlio – figlia) durante le olimpiadi di Roma del 25 agosto 1960, specialità salto con l’asta e canottaggio. Medaglia di bronzo in entrambe le discipline. Dietro le facce, un piccolo particolare della “Parabola dei ciechi” di Pieter Bruegel il vecchio e un tramonto sull’Arno. Nessuna scadenza, nessuna categoria di guida, nessun bollo di nessuna prefettura. Niente. In più consegna una bustina con dentro un ciuffo di capelli tagliati al poliziotto e due delle unghie dell’uomo appena scorciate. Poiché, comunque, per amore dei miei figli, dice.

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