Non c’è cinese che non consideri normalissimo scorreggiare in pubblico, o pisciare senza avere il pudore di farlo con discrezione, scatarrare alla grande e via discorrendo. Ma quando si tratta di fare poesia la loro delicatezza è insuperabile: non c’è cinese che non scorreggi tranquillamente in pubblico o che non pisci ovunque senza il minimo pudore o che abbia remore a scatarrare un bel malloppo dentro al bar dove vi siete appena seduti e venite sognando “Il canto dell’ahimè” di anonimo, che dice: “Da Jiangling vado a YangZhou, ci sono tremila e trecento li, ne ho già fatti mille e trecento, me ne restano altri duemila”.
IL CUCCHIAINO della domenica: (la via della seta)
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25 Aprile 2024
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24 Aprile 2024
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23 Aprile 2024
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