CHI MUORE AMA TACERE (6)

Ci fu qualcosa di culminante nella rilettura a posteriori della tua improvvisa appetenza sessuale applicata con la stessa noblesse oubliée del messale asburgico ereditato da una famiglia che continuava a sbadigliare di diaspore sempre troppo tardive, evidentemente. Fu una sborra di calcina: non a caso mi trovai rinverginata da maioliche spioventi. Spacciasti il tuo sperma per i 613 precetti, mi dicesti: seguilo che l’uscita ti si spalancherà davanti, segui l’arzigogolo che sto emettendo per te. Il mio museo immaginario nacque, in seguito, da quella tua anti-collezione.

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