Uno dei non vedenti della città dei morti di Ernesto Sabato. Il più vecchio. Il più astuto e il più sapiente. Ma anche il più spaventoso: i suoi occhi sono privi delle pupille; sono solo due bulbi bianchi e spettrali. Nella letteratura sudamericana il cieco compare più spesso che in altre, e in non poche pagine ne è soprattutto il protagonista. Credo sia legato a una certa penombra che avvolge perennemente i salotti nella mia fantasia: non riesco a immaginarne uno che non sia precluso alla luce. E’ probabile che io abbia sognato i sogni di Ernesto Sabato, lo stesso vecchio dagli occhi infernali. E che, anche se in tempi diversi e in diversi momenti della nostra vita, entrambi abbiamo sognato la sua mano, mentre sfiora il bracciolo di una poltrona e con certezza assoluta riconosce ogni nuova increspatura.
L’AFFITTACAMERE
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