STORIE

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Lei sale sul vagone della metropolitana. Ha le guance colorite, il mento a punta, capelli neri appena sul collo, occhi e bocca furbi. Veste pantaloni e camicetta bianca con sopra uno spolverino scuro mezza gamba a doppio petto. È carina e, a suo modo, elegante. Si siede nel primo posto libero che trova. Capita accanto ad un ragazzo. Di fronte ha una donna di mezza età e un’altra ragazza più giovane. I portelli si chiudono e il treno riparte. La ragazza apre la sua borsa colore tela grezza, tira fuori uno specchietto. Lo porta all’altezza degli occhi, della bocca. Per piccole smorfie controlla le sbavature del rossetto. Con rapidi movimenti della mano si sistema i capelli e finisce rinnovando le pieghe del suo spolverino. Forse andrà a teatro o al cinema o a una cena importante o a un’inaugurazione o a un appuntamento. Ripone lo specchietto nella borsa, indugia a cercare e controllare qualcosa nel suo fondo. Nessuno sembra badare ai suoi gesti. Il treno si è già fermato una volta e poi un’altra. Gente sale e scende. La corsa riprende accelerando nel suo sibilo abituale. Qualcuno legge, altri fissano lo sguardo in una rassegnata sospensione che si spezza quando la signora di fronte alla ragazza, fulminea inizia a schiaffeggiarla gridando. Le sventaglia scapaccioni sul viso, sulle spalle, sul petto. Impreca, in tono crescente, qualcosa che sembra un rimprovero o una rampogna astiosa. Dopo un primo attimo di stupore, la ragazza para i colpi, si scansa e guarda con uno sguardo interrogativo i passeggeri intorno che non intervengono. Quando la signora sembra essersi sfogata si ricompone, in un piglio di soddisfatta severità. La ragazza, controlla veloce il fondo della sua borsa e alla prima fermata scende. La signora vestita da un ampio abito estivo dai colori vivaci, casalinghi anni ‘60, tira fuori dalla sua borsa carta e penna e inizia a scrivere. Veloce senza interruzioni, fluida e senza essere disturbata dai movimenti del treno velocissimo. Il foglio di carta dove scrive sembra non esaurirsi mai. Potrebbe essere l’inizio di un film.

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