A una poetessa dell’ 84 di Gaetano Altopiano

Solo dopo un’attenta rilettura sono riuscito a non perdere la pazienza: perché ho provato pena. Raggiunta la certezza ho aperto bene gli occhi sul testo e ho decido per la mia totale solidarietà agli illusi. Potevo fare diversamente? Non si è trattato solo di quel verso rivelatore (così tremendamente stupido) ma dell’intera poesia che avrà significato per lei (poetessa dell’ 84) e anche per tutta la giuria qualcosa di molto molto importante. Sono serviti due minuti per imparare definitivamente una cosa: la poesia non mi interessa più, se non per quel suo aspetto che (umanamente) tutti hanno il dovere di soddisfare, il suo bisogno di esigere elemosina.

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